giovedì 5 marzo 2009

La FEDE del Kamikaze









Nei tanti viaggi che ho fatto nella mia vita di missionario, passando per il Giappone ho incontrato una persona della mia età la cui storia mi ha profondamente colpito. È una storia che voglio condividere con voi e sono sicuro che vi interesserà.

Padre Angelo.

LUCIUS YAMAMOTO : IL KAMIKAZE

Hiroshima (Giappone)

Aveva 17 anni quando terminava il brevissimo corso di pilotagio durante il quale aveva imparato a decollare su modelli di aereo al suolo. Il corso non prevedeva le manovre di atterraggio dato che il primo volo reale sarebbe stato anche l’ultimo poiché sarebbe stato un volo senza ritorno.

Yamamoto apparteneva al gruppo di giovani piloti denominati Kamikaze ( ossia Piloti Suicidi ) : volontari che si sarebbero sacrificati buttandosi con il loro aereo/bomba sulle navi americane che avanzavano verso il Giappone.

La sera prima del volo suicida, i giovani festeggiavano con i loro familiari sia il brevetto di pilota, sia il primo ed ultimo volo dell’indomani. Chi aveva la fidanzata riceveva una fascia bianca da legare in fronte sulla quale erano impressi due caratteri in lingua giapponese: CHU SEI e SHIN RAI ( FEDELTÁ e FIDUCIA ).

Fiducia nella vittoria del Giappone contro i suoi nemici e Fedeltà all’impegno preso con l’Imperatore e con il Popolo Giapponese di sacrificare la propria vita per la vittoria.

La stessa notte un bombardiere americano sganciava la prima bomba atomica sulla città provocando la morte di decine di migliaia di persone ed un numero incalcolabile di feriti. Tra di essi si trovava Yamamoto.

Egli, riprendendo i sensi nell’ospedale in cui era stato trasportato, oltre al dolore acuto delle ustioni in tutto il corpo, precepisce di aver perso la vista. Il nervo ottico, folgorato dal bagliore dell’esplosione atomica, è rimasto leso ed è irrecuperabile.

Ma c’è un’altra cosa che lo rende disperato: la notizia che l’Imperatotre ha firmato la resa incondizionata con i nemici e che il Giappone ha perso la guerra.

Tutto questo mette in crisi il giovane Yamamoto che ritiene inutile continuare a vivere dato che non sa più a chi dare FIDUCIA e per chi essere FEDELE. Ed a più riprese tenta il suicidio nonstante venga impedito dal personale dell’ospedale in cui si trova.

Un giorno riceve la visita di un missionario Cattolico che lo invita a passare la sua convalescenza nell’isola di Tanegashima dove si trova un Centro di Accoglienza per persone che desiderano pace e tranquillità per riflettere, meditare e, volendo, anche pregare.

Yamamoto accetta e porta con sé la fascia che aveva ricevuto e la appende sulla porta della casette messa a sua disposizione.Vicino si trova la chiesetta dove i pochissimi cristiani presenti nel Centro di Accoglienza sono soliti riunirsi per pregare insieme.

Il mattino seguente Yamamoto viene risvegliato dalla melodia di un canto che non aveva mai sentito:

Ten ni mashimasu, warera no cici yo…” ( Padre Nostro che sei nei cieli….)

Un’altra esplosione avviene nella vita di Yamamoto: non più l’esplosione atomica, ma quella che nella sua mente apre la visione di COLUI che è il PADRE DI TUTTI.

Yamamoto vuole saperne di più: chiede che gli parlino di questo Padre e, poco a poco, viene a conoscere la stroia di Gesù Cristo, il messagio del Vangelo, la presenza della Comunità Cristiana, la via della Salvezza.

Ma soprattutto scopre che esiste COLUI nel quale potrà porre tutta la sua FIDUCIA ed al quale potrà essere FEDELE: nasce il lui la FEDE.

Oggi, sulla parete di fianco alla porte della sua casetta si vede la fascia bianca con i due caratteri CHU SEI e SHIN RAI sulla quale Yamamoto ha fatto scrivere un terzo carattere: SHIN KOO ( FEDE ).

Nessun commento:

Posta un commento